Presidenti USA, una banda di delinquenti - Italiador
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Presidenti USA, una banda di delinquenti

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George Bush senior e junior, Bill Clinton, Barack Obama, Joe Biden ed il faccendiere George Soros rappresentano veramente la peggiore specie di uomini al mondo, un gruppetto assortito che merita solo la galera o l’esecuzione per crimini contro l’Umanità.

Sostanzialmente dediti ad ogni forma di prevaricazione ed esercizio del potere. A titolo esemplificativo ricordiamo allora il presidente, insignito del Premio Nobel per la Pace ad inizio mandato prima ancora di ottenere risultati che potessero giustificare l’ambito (ormai farlocco) premio Nobel.

Barack Obama, che non poteva neanche essere nominato presidente degli USA poiché nato all’estero, ha bombardato sette paesi: Afghanistan, Libia, Somalia, Pakistan, Yemen, Iraq e Siria.

Gli altri suoi colleghi fatta eccezione per Donald Trump sono stati gli autori di molteplici guerre e cospirazioni ai danni degli americani ed altri popoli della Terra.

Gli Stati Uniti NON hanno dichiarato nessuna guerra dal 1942, eppure questo non ha impedito, di attaccare ed invadere altri paesi e di trovare il modo, anche se illegale, di trovare un coinvolgimento in tutti i conflitti registrati  in ogni angolo di questo martoriato pianeta.

Il Ministro degli Esteri cinese Wang Wenbin durissimo contro gli Stati Uniti.

“Ciò che è veramente preoccupante è l’impatto devastante degli Stati Uniti sulla pace e la stabilità mondiali. Gli Stati Uniti sono il più grande produttore di guerra. Gli Stati Uniti non sono in guerra solo da 16 anni della loro 240 anni di storia: hanno avviato l’80% dei conflitti armati del mondo dalla fine della seconda guerra mondiale, violano la sovranità di altri paesi e interferiscono nei loro affari.

Dalla fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti hanno tentato di rovesciare oltre 50 governi stranieri, hanno interferito nelle elezioni in almeno 30 paesi e hanno tentato di assassinare oltre 50 leader stranieri. Le guerre della NATO guidate dagli Stati Uniti contro Afghanistan, Iraq e Siria hanno provocato più di 900.000 morti e 37 milioni di rifugiati.

Finché continueranno le politiche egemoniche ed il bellicismo non ci sarà pace nel mondo”.

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