La Covidiota e lo strano fenomeno dei “tatuaggi pubblicitari” - Italiador
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La Covidiota e lo strano fenomeno dei “tatuaggi pubblicitari”

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Avete mai sentito parlare del fenomeno noto come skinvertising? Questa parola, proveniente dall’inglese, è composta dal termine skin, che significa pelle, e advertising, che significa pubblicità. Ebbene sì, per quanto assurdo possa sembrare, l’espressione fa proprio riferimento alla pratica estrema di impiegare la propria cute come un vero e proprio spazio pubblicitario, per promuovere prodotti e servizi in cambio di denaro.

Se pensate che nessuno sia disposto a sottoporsi a una procedura di marketing tanto pervasiva, vi sbagliate di grosso. Il primo esempio di “cartello pubblicitario” in carne ed ossa è stato Jim Nelson, che nel 2003 si fece tatuare il logo di una società di web hosting sulla nuca in cambio di poco meno di 6.500 euro. Due anni dopo, Karolyne Smith mise all’asta su eBay la sua fronte come piattaforma pubblicitaria, che fu vinta da una società di casinò online per 10.000 euro. La particolare forma di skinvertising, estremamente aggressiva in virtù della location del tatuaggio, assunse il nome di foreheAD, ovvero “pubblicità in fronte”.

[Omissis …]

Fonte: CommentiMemorabili – 14 Febbraio 2024


CONCLUSIONE
Ovviamente non poteva mancare la covidiota di turno che, per convinzione o misera convenienza economica, sceglie di portare per tutta la vita sulla propria pelle, il simbolo del fanatismo e dell’idiozia. Che dire? Contenta lei, contenti tutti. Val. In.

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