Vaccino, l’ex governatore calabrese Spirlì: “era merda, e ci hanno costretto a mangiarla. Veleno venduto come ambrosia” - Italiador
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Vaccino, l’ex governatore calabrese Spirlì: “era merda, e ci hanno costretto a mangiarla. Veleno venduto come ambrosia”

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Vaccino, inizia a cadere anche il muro istituzionale: Spirlì – Presidente della Regione Calabria fino a un anno fa – lo chiama “veleno” e denuncia gravi problemi di salute dopo aver ricevuto tre dosi in sei mesi tra maggio e dicembre 2021: “era merda, ma siamo stati costretti a mangiarla”

Nino Spirlì, 61 anni, è un intellettuale di alto livello culturale: giornalista affermato, scrittore profondo e autore di alcuni tra i più noti format televisivi di Rai e Mediaset, è omosessuale dichiarato, una forte sensibilità cattolica e un convinto impegno politico a destra, nelle fila della Lega. Ha fondato il think tank sovranista “Cultura Identità“, ha scritto un romanzo intitolato “Diario di una vecchia checca” e pubblica periodicamente sul Giornale.

Nel 2020 è diventato Governatore della Regione Calabria dopo la morte di Jole Santelli, di cui era vice Presidente in quota Lega, con un ruolo da Assessore alla Cultura nella giunta di Centrodestra. Ha governato la Calabria per circa un anno, e lo ha fatto gestendo la fase “clou” della pandemia in controcorrente rispetto alle idee del suo partito, in piena sintonia con l’allora premier Conte e il Ministro della Salute Speranza, cavalcando la paura della popolazione e conducendo una forte battaglia per la chiusura delle scuole “per salvare la vita dei bambini, che altrimenti finiscono nelle bare“. Numerose in quel periodo le gaffe di Spirlì sui dati Covid, che l’allora Presidente f.f. faceva fatica a comprendere e rilanciava in modo allarmistico e terroristico ben oltre la reale gravità del virus. Palesemente impaurito dal Covid-19, Spirlì si è anche vaccinato pubblicamente a Taurianova (Reggio Calabria), prima dose il 15 maggio 2021, successiva seconda dose a giugno e poi terza dose il 1° dicembre 2021.

Nel giorno della sua terza vaccinazione, Spirlì dichiarava: “in verità, non ho mai amato i vaccini. Mi riportano al terrore di una mattina di oltre cinquant’anni fa, quando, in fila con i miei compagni di classe, bimbo di seconda elementare, aspettavo, pallido e confuso, il mio turno per essere sottoposto allo strazio dell’antivaiolo. Sentivo le urla bagnate di lacrime dei miei compagnetti e, muto come un abisso, affidavo ad ogni passo la speranza che quell’orrore trovasse una fine. Un’ora dopo, ero a casa con febbre altissima e un rifiuto tale, a quella porcheria che mi era entrata nelle vene, che nemmeno la cicatrice lucida mi rimase sul braccio. Negli anni a venire, il mio rapporto con i vaccini rimase lo stesso. Anzi, peggiorò alquanto. Sia a quello ricevuto nell’infermeria del battaglione di Cesano, da allievo ufficiale di complemento, che a quelli antitetanici che ho subito più volte per i vari interventi chirurgici a cui mi sono dovuto sottoporre. Ma, tant’è! All’arrivo del Covid, per dovere civico e istituzionale, non ci ho pensato su nemmeno per un secondo: lasciavo casa alle sette del mattino e ci tornavo a notte fonda. Per tutti i giorni della settimana. E a casa ci vive Lei, la Madre divenuta Figlia. La Radice Sacra da tutelare. Già, mia Madre in primis, poi la Famiglia, i Collaboratori, la Gente di Calabria che ho continuato a ricevere e visitare, sia in ufficio che in giro per tutti i Comuni della Calabria. Per Tutti Loro, ho porto il braccio, per una, due, tre volte. Lo farò ancora per mille e mille, se sarà necessario. Perché, non ciò che vogliamo noi, egoisticamente e arrogantemente, ma ciò che è giusto per Tutti dobbiamo fare perché non viviamo in una isolata casa nella prateria, ma nel cuore della Società Umana. Ecco perché. A prescindere“.

Spirlì, quindi, faceva il vaccino “per gli altri“, e dopo tre dosi in meno di sei mesi lo scorso anno, oggi lamenta gravi problemi di salute che addebita proprio a quei vaccini che chiama limpidamente “veleni“. In un durissimo intervento su facebook intitolato ““Vaccini” in vena o Le 120 giornate di Sodoma“, stamani Spirlì ha scritto “Era merda. E ci hanno obbligati a mangiarla. Proni e schiavi, come nelle scene più raccapriccianti del film capolavoro di PPP. Convinti con forza coercitiva istituzionale che si trattasse di ambrosia. Era merda e scorre nelle nostre vene. A noi, e solo a noi, piove nel corpo e nello spirito una tempesta di dolori mai conosciuto. Dalle cardiopatie ai reumatismi. Dai chiodi nelle ossa alle confusioni nella testa. E quelle maledette vertigini, che ti terremotano le gambe e il petto! Il sughero nelle mani ha sostituito la carne. Cedono gli equilibri e si affanna il petto. Dicono che sia normale, ma normale non è!!! Prima di questa farsa satanica, non c’era! Li chiamano vaccini, nei laboratori dell’inferno, ma sono solo aggiustamento di tiro! In peggio! Della serie, se non crepano col virus, tranquilli, ci pensiamo noi con la “cura”. Ci siamo cascati in molti. Per amore, spesso. Per salvare, spaventati dalla possibilità che potesse accadere l’irreparabile, Nonni, Figli, Amori. Oggi, invece che in panetteria, facciamo code in farmacia. A consumare i loro confetti di vario colore! E il veleno continua. Triste, questa lunga fine del mondo! Venti di guerra provocata e imposta. Oceani di veleni sintetici. Invasioni di virus alieni. L’Umanità buona NON ce la farà! Chissà, Quei Segreti… forse, e non forse, l’unico farmaco buono resta solo la preghiera. Almeno, rilassa…”

Fonte: MeteoWeb – Peppe Caridi – 19 Ottobre 2022

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2 comments

  1. Edoardo+Fumagalli

    Intanto, quando la gente che non si voleva sinigare, veniva messa agli arresti, in ospedale psichiatrico, licenziato … ora lo dicono pure loro. W la democrazia

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