Io sono anni ’70, quando a scuola andavi rigorosamente a piedi, col panino a olio, i capelli con la riga di lato e fuori l’istituto non c’erano i rappresentanti dei genitori.
E neanche i Suv in terza fila.
Io sono anni ’70 quando la domenica a pranzo era obbligatorio preparare ‘o rraù ch’ e ziti spezzati e fare un assaggio a metà mattinata sulla fettina di pane.
Io sono anni ’70, quando si andava a casa di qualcuno non si toccava niente, si diceva sempre “grazie” e “permesso” e non ci si intrometteva nei discorsi dei grandi.
Anzi ci si sorbiva in silenzio i pizzicotti dolorosi sulle guance: ” comme s’ è fatto gruooosse…”.
Io sono anni ’70 quando c’era solo mamma Rai1, e la TV era bella, interessante e intelligente, in bianco e nero, il carosello e la nanna, la radio con Rino Gaetano ed i grandi cantautori.
Io sono anni ’70 col juke box una canzone 50 lire e 3… 100 lire, i flippers luminosi e nessuna slot machine.
L’ album dei calciatori Panini, i 45 giri, la fiat 850, ciao cream, ed il super Santos, l’idrolitina, le feste in casa, i dolci e la pizza della mamma che profumavano, come il caffè, il palazzo intero…
Io sono anni ’70 e la nonna a casa era una istituzione, come un capo tribù Sioux. Augh!..
Io sono anni ’70 quando la nostra palestra di vita era la strada : mosca cieca, la cavallina, la campana, ‘e cinche préte, acchiapparélla, ‘o sottammùro, e figurine, e palline americane… e siamo sopravvissuti anche senza Amuchina. Incredibile… al massimo ‘nu poco e póvere e penicellina…
Al tramonto la mamma ti chiamava dal balcone, doccia e cena, tutti insieme. E si mangiava senza opzioni di menù. E che fame…!
Nostalgia? Sono stati anni meravigliosi, e quelli della mia generazione lo sanno…
Fonte: Infonesh – Autore: Enzo Romano