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Il sindacato giornalisti: “La Rai trasformata nel megafono del governo”

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Sciopero Usigrai: “La Rai trasformata nel megafono del governo” (ndr .. la faccia come il ….)
Il testo del comunicato del sindacato Usigrai (Unione Sindacale Giornalisti Rai) contro la delibera della commissione di vigilanza:

“La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono. Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Non solo, Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla.

Questa non è la nostra idea di servizio pubblico, dove al centro c’è il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti che fanno domande (anche scomode) verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze. Per questo gentili telespettatori vi informiamo che   siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un’informazione indipendente, equilibrata e plurale”.

Fonte: QUI


Riforma Rai 1975.
Le norme più importanti della nuova legge possono essere così riassunte:

–   passaggio del controllo del servizio pubblico e della società concessionaria dal Governo italiano al Parlamento per garantire maggior pluralismo all’informazione;
–   conferma del monopolio dello Stato sulle trasmissioni radiotelevisive;
–   regolamentazione delle trasmissioni via cavo;
–   disponibilità, all’interno della programmazione radiotelevisiva, di appositi spazi destinati a sindacati, confessioni religiose, movimenti politici, enti e associazioni politiche e culturali, gruppi etnici e linguistici e altri gruppi di rilevanza sociale che ne facciano richiesta (altrimenti definito Accesso);
–   costruzione di una terza rete televisiva;
–   nascita di una struttura dedicata alla divulgazione all’interno della concessionaria, il Dipartimento Scuola Educazione.  

I Principi fondamentali del servizio pubblico, confermati dalla Riforma, sono indipendenza, obiettività e apertura alle diverse tendenze politiche, sociali e culturali. Tramite ne è l’apposita Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.   

Conseguenze politiche

Con il passaggio del servizio pubblico dal controllo del governo a quello parlamentare, si avvia quel processo poi ribattezzato genericamente “Lottizzazione”” (termine coniato nel 1974 da Alberto Ronchey), ovvero la spartizione dei canali radiotelevisivi della Rai su base elettorale. Il primo effetto fu l’incorporazione di Rai 1 nella sfera di influenza della Democrazia Cristiana, di Rai 2 in quella del Partito Socialista Italiano e di Rai 3 in quella del Partito Comunista Italiano.

·   Nel medesimo periodo il direttore generale della Rai Biagio Agnes attua due strategie di comando: la zebratura, ovvero un perfezionamento della più generale lottizzazione, che consiste nel far convivere all’interno di una stessa struttura ulteriori quote prefissate di democristiani, socialisti, comunisti, socialdemocratici, repubblicani, etc., mescolando aree di appartenenza politica e professionalità;

·   Assegnazione in toto di Rai 3 al Partito Comunista, in modo da rafforzare definitivamente la stabilità politica dell’azienda e la stessa presenza della Democrazia Cristiana in Rai.   

Da questa pratica si è detto possano derivare per conseguenza alcuni danni per la collettività:

– inefficienza dell’impresa o dell’ente,
– maggiori costi,
– moltiplicazione delle cariche pubbliche,
– rissosità delle forze politiche che mirano a collocare in una certa posizione il dirigente preferito,
– distorsione delle scelte delle imprese e degli enti, che non perseguono più i fini per i quali sono sorti ma l’interesse di chi le governa o di chi ha designato gli amministratori,
– aumento della corruzione e della concussione e in generale dei reati collegati alla gestione di enti e risorse pubbliche.

L’esigenza di recuperare efficienza e di contrastare gli eccessivi effetti negativi della lottizzazione, hanno spinto alcuni governi a intervenire con provvedimenti finalizzati a ridurre il peso degli esponenti politici nella gestione degli enti lottizzati.

CONCLUSIONE

Qunado i comunisti perdono terreno e potere vanno in corto circuito ed iniaziano a sbraitare. Con la lottizzazione della RAI del 1975, la sinistra l’ha sempre fatta da padrona, aveva il  CONTROLLO  TOTALE della TERZA RETE (creata di proposito), senza rinunciare alla massiccia presenza nelle altre reti, ora che dopo quasi 50 anni di condizione stazionaria, stanno cambiando alcune piccole cose, si lamentano per le subentranti ipotetiche restrizioni poste dalla destra alla sinistra in RAI.

I sinistroidi sono senza vergogna ed equilibrio mentale, hanno dimenticato che l’unica forza politica mai rappresentata in 50 anni é stata prorprio la Destra. Ma di cosa stiamo ancora parlando allora?

Val. In.

  

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