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Riflessione

Sto riflettendo molto in queste ultime settimane su un fenomeno che mi sembra diventare ogni giorno più evidente.

Non so nemmeno io come chiamarlo, mi viene di definirlo: una Divaricazione, una Separazione sempre più netta tra due modi di essere umani oggi.

Sulla scia di queste riflessioni ho iniziato a scrivere un nuovo libro, ho iniziato il 18 dicembre. Credo sia necessario.

Mi pare che in questi ultimi mesi questa Divaricazione stia diventando più radicale, finale, è come se si stesse creando una frattura incolmabile (anche comunicativa) tra chi continua a rimanere abbastanza dentro l’ipnosi ormai palesemente folle, che ci impone questo mondo in agonia, e chi, sia pure a fatica e spesso con grande sofferenza, si stia come destando, stia comprendendo che una certa linea di comportamenti e di idee e di scelte, sia personali che storico-planetari, sia ormai perduta, corra ciecamente verso un muro di distruzione.

E’ come se stessimo vivendo tutti su due linee temporali che si stanno separando, e dovessimo scegliere su quale delle due impostare la nostra vita dal 2024 in poi.

Perdonate, vi prego, queste semplificazioni molto sintetiche, ma chi segue il nostro lavoro, sa che dietro queste affermazioni c’è un lavoro spirituale e intellettuale di molti decenni, e che chiunque può attingere, e verificare.

Uno scrittore molto acuto e molto controverso Jacob Taubes direbbe che non c’è più possibilità di dialogo tra Cristo e Barabba, tra lo Spirito messianico e lo spirito di questo mondo: le mediazioni medioevali e moderne, comprese quelle secolarizzate, dal XVIII secolo fino a oggi, sono del tutto esaurite, anzi sono proprio saltate per aria.

Oggi o vai di qua o vai di là.

E ciò mi pare evidente osservando in particolare la televisione: salta infatti subito agli occhi che quasi tutte queste persone sono ormai pacificamente al soldo di Barabba, sono discepoli di Erode, o di Pilato, o di Caifa, anche molte personalità “religiose”, anzi forse proprio loro più di tutte, purtroppo.

Ma anche questo d’altronde è del tutto coerente col quadro simbolico del tempo messianico: in fondo sono proprio i sacerdoti del Tempio che decidono di uccidere il Messia!

L’unico problema all’ordine del giorno perciò oggi mi sembra: come possiamo costruire la linea temporale di una Nuova Umanità, e cioè una nostra vita più decente e più allegra, continuando a vivere comunque qui, entro questo disfacimento mentale, culturale, e politico? entro questo pazzesco e osceno Sistema della Guerra?

Questo è il cuore del nostro lavoro, lo è sempre stato, in realtà, ma oggi diventa il punto cruciale, sul quale ci giochiamo il destino, la vita, e per chi ci crede, anche lo sbocco eterno dei nostri giorni.

Autore: Marco Guzzi

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