BARI. Nessuna confisca dei beni di Mosca, ma solo un utilizzo mirato degli interessi che matureranno nel corso del tempo. A breve, nel giorno dell’intervento del presidente Volodymyr Zelensky, verrà annunciato dalla presidenza del G7 – molto probabilmente entro un’ora da Giorgia Meloni – che è stato raggiunto l’accordo politico per fornire un sostegno finanziario all’Ucraina di circa 50 miliardi di dollari entro la fine del 2024, attraverso un meccanismo di prestiti garantiti dagli extraprofitti derivanti dai beni russi immobilizzati soprattutto in Europa.
I leader, spiegherà Meloni, sono stati tranquillizzati dal fatto che all’avvicinarsi dell’annuncio –che da giorni si prevedeva sarebbe avvenuto dal summit Borgo Egnazia – non sono stati registrati movimenti anomali nei mercati finanziari. Anche Cristine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, era stata rassicurante, smentendo potenziali rischi alla stabilità dell’Unione e dell’euro.
La decisione del G7, sollecitata da Joe Biden e preparata dalla Casa Bianca nel corso degli ultimi mesi sulla base di una proposta della segretaria al Tesoro Janet Yellen, rappresenta una svolta politica fondamentale nell’architettura delle sanzioni contro Mosca. Nelle prossime settimane verrà definita da un punto di vista tecnico, nel quadro dei vincoli legali europei, ma la mossa darà maggiore certezza alla resistenza di Kiev, perché creerà una fonte di finanziamento certa per gli aiuti da destinare all’Ucraina. Tutte da capire invece le conseguenze sulla Russia, ma anche su quei grandi Paesi, come la Cina, che conservano un tesoretto di investimenti in Europa ma continuano ad aggirare le sanzioni contro il Cremlino.
Fonte: LaStampa – Ilario Lombardo – 13 Giugno 2024