Nel 2020 il radiotelescopio di Parkes nel Nuovo Galles del Sud, in Australia, gestito dalla CSIRO (acronimo di Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation) ha captato un misterioso segnale radio attribuito a Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole.
Nel 2020 gli astronomi che lavorano alla ricerca di segni di vita extraterrestre hanno rilevato qualcosa di strano: un segnale radio che, non decifrato, sembrava provenire dalla stella più vicina al Sole, ossia una nana rossa lontana circa 4,2 anni luce denominata Proxima Centauri. All’entusiasmo per la scoperta si è aggiunto il fatto che intorno a questa stella orbitano almeno due pianeti, uno dei quali potrebbe essere roccioso e avere un clima temperato come la Terra.
Nel 2021, due studi pubblicati su Nature Astronomy hanno dimostrato che in realtà si trattava di un segnale di origine terrestre. Tuttavia, la ricerca svolta è stata più che entusiasmante e utile per affinare il metodo scientifico e captare ulteriori segnali misteriosi nel 2022 e 2023: ripercorriamone le fasi principali.
Breakthrough Listen – un programma decennale di ricerca di trasmissioni aliene da un milione di stelle vicine – stava usando l’osservatorio di Parkes in Australia per studiare Proxima Centauri, quando il team ha captato il forte segnale denominato BLC-1. Le onde radio sono state rilevate tra aprile e maggio 2019.
“Di tanto in tanto rileviamo qualcosa di strano, ma questo segnale è interessante perché è così particolare da farci pensare di dare seguito al suo studio”, ha affermato al momento del rilevamento Sofia Sheikh, studentessa laureata presso la Pennsylvania State University e membro del team di Breakthrough che ha diretto le analisi del segnale.
Sebbene Sheikh e altri avessero da subito sospettato fosse in effetti di origine umana, BLC-1 è stato il segnale più stimolante che il programma Breakthrough avesse fatto fino a quel momento nella sua ricerca di una vita intelligente extraterrestre (attività denominata SETI dall’inglese “Search for Extra-Terrestrial Intelligence”). Il team lo ha descritto con due articoli e una relativa analisi. Nel frattempo, la notizia era già trapelata dal The Guardian prima che la ricerca fosse pronta per la pubblicazione.
Ma mentre i ricercatori analizzavano il segnale e gli esperti dicevano che quasi sicuramente aveva un’ordinaria spiegazione terrestre, il remoto indizio di vita oltre la Terra accendeva gli animi.
“Si parla molto di sensazionalismo in merito a SETI”, ha affermato Andrew Siemion, responsabile scientifico del programma Breakthrough Listen. “Il motivo per cui siamo stati così entusiasti della ricerca – e per il quale gli abbiamo dedicato parte della nostra carriera – è lo stesso che ha fatto entusiasmare il pubblico: si sarebbe trattato di alieni!”.
Sessanta anni di ricerca di vita extraterrestre
Da 60 anni gli scienziati scansionano il cielo alla ricerca di segnali radio che potrebbero essere di origine artificiale a partire dal progetto Ozma, una ricerca condotta da mio padre, Frank Drake, nel 1960.
A differenza delle onde radio che il cosmo produce naturalmente, si ipotizza che i “bisbigli” extraterrestri siano molto simili alle trasmissioni che l’uomo usa per comunicare. Tali segnali rientrerebbero in una gamma molto ristretta di frequenze radio e avrebbero anche una caratteristica “deriva”: questa indicherebbe che la fonte del segnale si sta avvicinando o allontanando dalla Terra, ossia che proviene da un oggetto cosmico distante come un pianeta in orbita attorno a una stella.
“Solo la tecnologia umana produce segnali di questo tipo”, ha affermato Sheikh. “Il nostro Wi-Fi, i nostri ripetitori, il nostro GPS, la nostra radio satellitare, sono esattamente come quelli che stiamo cercando, il che rende molto difficile capire se qualcosa proviene dallo spazio o è frutto della tecnologia”.
Nel corso dei decenni gli astronomi hanno captato numerosi segnali candidati. Alcuni si sono rivelati provenire da fonti astronomiche precedentemente sconosciute come pulsar, resti di stelle implose in rapida rotazione che irradiano il cosmo di onde radio. I primi rapidi impulsi radio conosciuti – brevi esplosioni di onde che restano ancora misteriose – inizialmente sembravano segnali artificiali. Anche i segnali chiamati “pèriti” – impulsi di radio emissioni meno potenti – hanno destato l’attenzione. Poi, gli scienziati ne hanno determinato l’origine: venivano da un forno a microonde.
Come riportato da due studi pubblicati su Nature Astronomy a novembre 2021, i ricercatori non sono stati in grado di identificare la fonte specifica del segnale, ma è probabile che fosse dovuto al malfunzionamento di elementi elettronici posti a qualche centinaio di chilometri di distanza dal telescopio. BLC-1 dunque proviene da un oggetto che non trasmette come previsto: un satellite non ancora identificato, un trasmettitore di terra vicino alla linea di vista del telescopio o persino qualcosa di più banale, come un dispositivo elettronico difettoso in un edificio vicino.
“Tutti i nostri esperimenti SETI vengono condotti letteralmente in un mare di interferenze. Ci sono miriadi di segnali”, ha spiegato Siemion. “Alla fine, si tratta di riuscire a distinguere tra firme tecnologiche molto distanti e la nostra stessa tecnologia”.
E poi, ci sono i segnali che gli astronomi non sono stati in grado di attribuire con certezza a una fonte naturale, come il famoso “WOW!” captato nel 1977 dall’Ohio State University Radio Observatory, comunemente conosciuto come “Big Ear” (in inglese “Il grande orecchio”). Questa raffica di onde radio estremamente luminose inizialmente sembrava un rilevamento SETI, ma nessuno è stato in grado di verificarlo o ritrovarlo.
Uno strano segnale
Nel 2015 Breakthrough Listen ha dato il via a un progetto di ricerca decennale finanziato da Yuri Milner, investitore della Silicon Valley, ma il team non ha ancora trovato niente di definitivo nella sua attività di scansione del cielo.
Da aprile 2019 Breakthrough ha orientato il telescopio di Parkes verso Proxima Centauri non tanto in cerca di alieni, ma per studiare meglio i giganteschi bagliori di luce che stelle nane rosse come Proxima emettono frequentemente. Durante l’elaborazione di queste osservazioni Shane Smith – studente universitario dell’Hillsdale College nel Michigan che collabora con Breakthrough – ha individuato BLC-1, apparentemente proveniente da quella stella.
Nonostante il segnale debole, BLC-1 ha inizialmente superato tutti i test che il team di Breakthrough utilizza per filtrare i milioni di segnali generati dall’uomo: aveva una ridotta larghezza di banda, sembrava avere una deriva di frequenza ed è scomparso quando il telescopio è stato puntato verso un altro oggetto cosmico. Nei giorni successivi sono apparsi quattro segnali simili, ma alcuni sono stati scartati in quanto interferenze radio.
“Il nostro algoritmo è molto ottimistico in merito alla tecnologia aliena”, ha affermato Sheikh. “Ma questo è stato veramente entusiasmante: non eravamo mai arrivati al punto in cui trovasse qualcosa su cui valesse la pena continuare a investigare”.
Se BLC-1 fosse stato, contro ogni previsione, una “cartolina” dal sistema stellare vicino, allora statisticamente parlando la Via Lattea sarebbe stata incredibilmente piena di civiltà comunicanti. “In questo caso ci sarebbero più di mezzo miliardo di società nella nostra stessa galassia. Il che ci sembra un po’ eccessivo”, spiega Seth Shostak dell’Istituto SETI.
La fase di verifica
Dal momento del rilevamento, il team di ricerca ha continuato l’osservazione di Proxima Centauri senza però trovare niente. Gli scienziati hanno poi lavorato sullo sviluppo di nuovi test per localizzare con esattezza l’origine del segnale tenendo il telescopio di Parkes puntato su Proxima.
“Per poter fare affermazioni di validità scientifica è necessario essere in grado di riesaminare e replicare il fenomeno”, dice Sheikh. “È così che funziona il metodo scientifico”.
All’inizio del 2020 Jill Tarter dell’Istituto SETI mi ha detto che il processo di creazione di nuovi test e di conferma dell’origine dei segnali è normale prassi del programma SETI, da cui tutti possono imparare e trarre beneficio.
“Stiamo cercando qualcos’altro, qualcun altro, là fuori”, disse Tarter al tempo. “Rilevare improvvisamente un’interferenza, pensare che potrebbe essere quello che stiamo cercando, riflettere su cosa dobbiamo fare per essere in grado di confermarlo ed essere sicuri dei risultati a cui potremmo arrivare: questo è il processo giusto”.
Siemion afferma che la valutazione di BLC-1 ha insegnato molto al team in merito all’analisi dei dati. Le osservazioni di verifica di Proxima Centauri saranno preziose per capire il comportamento di tali stelle, così come per realizzare una ricerca SETI completa di un sistema stellare vicino con pianeti noti.
“Alla fine credo che scopriremo che BLC-1 è un’interferenza”, ha affermato Siemion già dal primo rilevamento, “ma grazie a questa esperienza i nostri esperimenti futuri sarano molto più efficaci”.
Fonte: NationalGeographic – Nadia Drake – 5 Aprile 2023
CONCLUSIONE
Sono ormai decenni che gli scienziati fanno finta di ricercare forme di vita extraterrestre, pur sapendo che li hanno alla porta accanto. …. Ma la sceneggiata deve continuare per tenere buona l’umanità ignorante.