Il presente ed il futuro dell’informazione è nero. Eccezioni a parte, giornalisti asserviti ai poteri; giornalisti che amano il tran-tran quotidiano e odiano le inchieste sul campo; giornalisti raccomandati e “figli di”; giornalisti-velinari e giornalisti porgi-microfono; giornalisti “culi di pietra” che preferiscono mettersi sotto l’ala del politico potente di turno o del proprio editore.
La situazione è questa e quelli bravi, ce ne sono ancora, ma sono ostacolati da direttori e colleghi. Molte testate giornalistiche hanno le mani legate perché vivono o sopravvivono grazie alla pubblicità o a generosi contributi pubblici.
Molti lettori e telespettatori se ne sono resi conto e non acquistano più giornali e seguono sempre meno i TG nazionali. Il motivo di questa disaffezione trova la spiegazione nella marcata propensione da parte dei giornalisti nel distorcere la realtà con false informazioni o semplicemente con notizie sfacciate “aggiustate a comando”.
I lettori e gli ascoltatori, ancorché superficiali o distratti, hanno registrato comunque inconsciamente che qualcosa non quadra più, i depistaggi della stampa e delle TV sono in crescita e la credibilità degli “informatori” é in evidente decrescita.
Molte testate si stanno riciclando su Internet, ma sarà comunque difficile rifarsi la “verginità” dopo aver ceduto la propria virtù a destra e manca. Si tratta di una crisi mondiale, ma in Italia lo è in modo drammatico.
Mala tempora currunt, sed peiora parantur
Erano grandi questi Latini………………