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L’Uomo prima distrugge, poi si spaccia per ecologista

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Sette sono stati i giorni con i quali, si presume, Dio abbia creato la terra. Otto invece sono i principali disastri ambientali che la stessa terra ha dovuto subire dall’uomo. E’ il noto sito americano Treehugger ad affermarlo, attraverso la stesura di una particolare classifica delle catastrofi ambientali nella quale sono stati citati le più negative mosse compiute dall’uomo nei confronti del Pianeta.

1) Questa singolare hit parade del “male” vede al primo posto la guerra.

2) Al secondo posto troviamo un disastro chimico datato 3 dicembre 1984: Bhopal.

Nella contea di Mavda Pradesh in India, in quel giorno di inizio dicembre vi fu una fuga di pesticidi da una fabbrica della Union Carbide. I morti stimati furono circa 4.000, deceduti in seguito ad una “nebbia mortale” che abbracciò tutta la zona. Più di 50.000 furono, invece, i contaminati che subirono dei gravissimi danni come la cecità, insufficienza renale e malesseri permanenti degli apparati interni.

3) Nel gradino più basso di questo nefasto podio troviamo lo scoppio del reattore nucleare di Cernobyl.

Il 26 aprile 1986, in seguito al tentativo di testare una nuova teoria, qualcosa non andò come sarebbe dovuto. Ci fu una reazione nucleare che si incendiò fino ad esplodere diffondendosi ben 400 volte in maniera maggiore rispetto alla quantità di radiazioni della bomba di Hiroshima.

4) Quando si parla di tristi primati, non poteva certo mancare all’appello l’Italia che occupa il quarto posto. È il 10 luglio 1976 quando una nube di tetraclorodibenzoparadiossina (TCDD) viene rilasciata da una nota fabbrica di pesticidi nel comune di Seveso, nella Brianza.

5) Al quinto posto incontriamo un incidente di una petrolifera: la Exxon Valdez.

Questa petrolifera il 24 marzo 1989, al cui comando c’era il capitano Joseph Hazelwood, si arenò su Prince William Sound’s Bligh Reef, versando 40,9 milioni di litri di petrolio greggio sulla costa asiatica prossima all’Alaska.

6) Si posiziona al sesto posto, invece, il Love Canal.

È un’opera mai portata a compimento e sviluppata da William Love (da qui il nome) alla fine del 19esimo secolo: concepita come fonte di energia idroelettrica è situata nei pressi delle cascate del Niagara. Non essendo mai andata in porto, però, la genialità dell’uomo l’ha riadattata come enorme discarica di rifiuti.

7) È la Great Pacific Garbage Patch ad occupare il settimo posto.

A questo nome corrisponde un vortice marino ad altissima intensità promulgatore di inquinamento e capace di attirare rifiuti e spazzatura.

8) Chiude questa singolare classifica la Mississippi Dead Zone.

Uno studio dell’università di Santa Barbara rilevò che il delta del Mississippi era il più sporco del mondo (peggiore di quello del Gange e del Mekong)

ndr. Naturalmente quella sopra é solo una piccola lista esemplificativa. Troppo si dovrebbe scrivere.

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