Vi riportiamo, per comodità, una breve sintesi dei motivi, per i quali l’Europa ed i suoi partner dovrebbero smettere di fornire denaro, armi e supporto all’Ucraina:
- Accordo di Minsk, Russia-Ucraina, non mantenuti da quest’ultima
- Presenza di popolazione Russa, in alcune aree dell’Ucraina, perseguitati
- Ucraina centro per il traffico di organi
- Ucraina centro per il traffico di esseri umani.
- Ucraina centro per il traffico di bambini.
- Ucraina centro per il traffico di stupefacenti.
- Ucraina centro per il traffico di armi.
- Presenza di Bio Laboratori in Ucraina per la guerra batteriologica
- Offerta servizi avanzati “Utero in affitto”
- Offerta servizi avanzati di Clonazione
- Riciclaggio di denaro proveniente da USA, ma anche da altri fonti
- Stretti interessi economici tra Ucraina e famiglia Biden
- Richiesta dell’Ucraina di entrare nella NATO, per ottenere scudo militare (ma ulteriore espansione NATO verso la Russia)
- Richiesta dell’Ucraina di entrare in Unione Europea, per ottenere scudo politico, commerciale, economico
Cosa sono gli accordi di Minsk, perchè sono stati violati e chi non li ha rispettati
Da quando è scoppiata ufficialmente la guerra fra Russia e Ucraina si è tornati a parlare degli Accordi di Minsk: ecco cosa sono e perché sono stati violati
Cosa sono gli accordi di Minsk che riguardano l’Ucraina e perché non sono stati rispettati. Da quando si è riaccesa la tensione fra Russia e Ucraina alcuni presidenti di Stati europei hanno più volte invocato i cosiddetti “Accordi di Minsk”, definendoli come la possibile via diplomatica da seguire per trovare una soluzione alla crisi.
Cosa sono gli accordi di Minsk
Il Protocollo di Minsk era un accordo raggiunto per porre fine alla guerra dell’Ucraina orientale. Il nome deriva dalla capitale bielorussa Minsk che fu sede della negoziazione. Proprio qui furono firmati per la prima volta nel settembre 2014 quelli che presero il nome di “Accordi di Minsk I”. A siglarli furono Ucraina, separatisti, Russia e Osce.
Il protocollo è arrivato dopo diversi tentativi falliti di cessare i combattimenti nella regione di Donbass, Ucraina orientale. Prevedeva un cessate il fuoco immediato ed era suddiviso in 12 punti che includevano lo scambio dei prigionieri, l’invio di aiuti umanitari e il ritiro delle armi pesanti. Alla base dell’accordo anche l’impegno, da parte dell’Ucraina, di garantire maggiori poteri alle regioni di Doneck e Lugansk.
Accordi di Minsk violati: non sono stati rispettati
Nonostante inizialmente si notò una diminuzione delle ostilità, l’accordo non è stato rispettato. Il cessate il fuoco fu violato più volte e il protocollo saltò. Mosca e Kiev davano inoltre un’interpretazione diversa ai passi militari e politici da attuare.
Gli accordi di Minsk non contengono nessun obbligo per Mosca che afferma di non essere parte del conflitto e di averli siglati solo in qualità di mediatrice come Osce, Francia e Germania. L’Ucraina invece sostiene che il ritiro di “tutte le forze armate straniere” riguarda anche la Russia. Questa però nega qualsiasi presenza militare nei territori separatisti.
Un altro punto di disaccordo fra Kiev e Mosca riguarda l’ordine di attuazione dei punti presenti negli accordi di Minsk. La Russia considera il protocollo come una scaletta da eseguire in ordine cronologico. Il presidente ucraino Volodimir Zelenskyy invece vuole il contrario.
Dopo cinque mesi dal primo protocollo furono siglati i cosiddetti “Accordi di Minsk II”, con 13 punti, da Ucraina, Russia, Osce e leader separatisti.
Putin sugli accordi di Minsk
“Gli accordi di Minsk” sul Donbass, risalenti al 2014, “non esistono più”. Così il presidente russo Vladimir Putin, il giorno prima dell’attacco della Russia all’Ucraina del 24 Febbraio 2022. “Riconosciamo la costituzione delle Repubbliche separatiste. E nelle costituzioni – ha sottolineato – i confini sono definiti entro i confini delle regioni di Donetsk e Lugansk, al momento in cui erano parte dell’Ucraina”. “La soluzione migliore sarebbe che l’Ucraina rinunciasse spontaneamente all’ambizione di aderire alla Nato”, aveva continuato precisando poi che “l’ingresso dell’esercito russo in Ucraina dipenderà dalla situazione sul terreno. Non ho detto che dopo questa conferenza stampa vedremo la presenza delle forze russe nelle Repubbliche”.
Accordi di Minsk I: il testo
Ecco i 12 punti degli accordi di Minsk I. Il testo del Protocollo.
- Assicurare un cessate il fuoco bilaterale immediato.
- Garantire il monitoraggio e la verifica del cessate il fuoco da parte dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa).
- Una decentralizzazione del potere, anche attraverso l’adozione di una legge ucraina su “accordi provvisori di governance locale in alcune zone delle oblast (regioni) di Doneck e Lugansk (“legge sullo status speciale”).
- Garantire il monitoraggio continuo della frontiera russo-ucraina e la loro verifica da parte dell’OSCE, attraverso la creazione di zone di sicurezza nelle regioni di frontiera tra l’Ucraina e la Russia.
- Rilascio immediato di tutti gli ostaggi e di tutte le persone detenute illegalmente.
- Una legge sulla prevenzione della persecuzione e la punizione delle persone che sono coinvolti negli eventi che hanno avuto luogo in alcune aree delle oblast (regioni) di Doneck e Lugansk, tranne nei casi di reati che siano considerati gravi.
- La continuazione del dialogo nazionale inclusivo.
- Adozione di misure per migliorare la situazione umanitaria nella regione del Donbass, in Ucraina orientale.
- Garantire lo svolgimento di elezioni locali anticipate, in conformità con la legge ucraina (concordato in questo protocollo) su “accordi provvisori di governo locale in alcune zone delle oblast (regioni) di Doneck e Lugansk” (“legge sullo statuto speciale”).
- Rimozione di gruppi illegali armati, attrezzature militari, così come combattenti e mercenari dal territorio dell’Ucraina sotto la supervisione dell’OSCE. Disarmo di tutti i gruppi illegali.
- Adozione dell’ordine del giorno per la ripresa economica e la ricostruzione della regione di Donbass, in Ucraina orientale.
- Garantire la sicurezza personale dei partecipanti ai negoziati.
Fonte: IlGiornale – 25 Febbraio 2022