La guerra infuria, non si capisce quando mai potrà terminare, ma in Svizzera e più precisamente a Lugano è andata in scena la “conferenza per la ripresa dell’Ucraina”, una due giorni che prima del precipitare degli eventi doveva parlare delle riforme necessarie per Kiev, vedi lotta a una corruzione assai diffusa nel Paese, ma che adesso è stata incentrata sul tema della ricostruzione.
Una conferenza a cui hanno partecipato circa 600 organizzazioni internazionali tra settore privato, ong e società civile. Il momento clou della prima giornata dei lavori è stato l’intervento di Volodymyr Zelensky, che ha presentato un piano decennale (2023-2032) per la ricostruzione dell’Ucraina da un valore totale di 750 miliardi di dollari.
Nel dettaglio si tratterebbe di realizzare complessivamente 850 progetti: i primi 580 entro il 2025 per un costo totale di 350 miliardi, mentre gli altri verrebbero completati con un orizzonte temporale al 2032 impiegando i rimanenti 400 miliardi.
Soltanto per la ricostruzione delle case e delle infrastrutture distrutte dalla guerra, in Ucraina è stato stimato da Zelensky che occorreranno fino a 150 miliardi di dollari. Una cifra simile servirà per integrare dal punto di vista logistico il Paese all’Ue mentre, sempre 150 miliardi, sarebbe il costo della riconversione energetica rigorosamente green.
La conferenza di Lugano però dovrebbe essere il momento anche dello stanziamento dei primi fondi per la ricostruzione dell’Ucraina: 100 miliardi di euro che saranno gestiti dalla Banca europea per gli investimenti.
Tralasciando per un attimo il dettaglio di non poco conto della guerra ancora in corso, alla luce di queste cifre snocciolate da Zelensky una domanda sorge spontanea: alla fine chi pagherà per la ricostruzione dell’Ucraina?
Fonte: Money.it
E metò, andranno nell sue tasche. Ma figurarsi chi controllerà tanti soldi. E sono soldi dei contribuenti EU
Questi son pazzi furiosi. In prima fila metterei la Von der Leyer, mia grande simpaticona.