Caso Yara Gambirasio, la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza del 21 novembre scorso della Corte di assise di Bergamo, che, in sede di esecuzione, aveva NEGATO alla DIFESA del condannato Massimo Bossetti, che ha proposto il ricorso, il diritto di accedere ai reperti confiscati ai fini dello svolgimento di indagini difensive in vista dell’eventuale revisione del processo.
La Corte di assise dovrà consentire alla difesa di Bossetti la ricognizione dei reperti, nei limiti già autorizzati in precedenti provvedimenti, stabilendo contestualmente le opportune cautele idonee a garantirne l’integrità.
All’esito della ricognizione, se la difesa avanzerà nuova specifica richiesta, la Corte di assise dovrà valutare la concreta possibilità di nuovi accertamenti tecnici e la loro non manifesta inutilità.
LA DIFESA DI BOSSETTI – “In attesa di leggere il provvedimento della Cassazione, e in base a quanto apprendiamo dalla stampa, siamo molto contenti: ora iniziamo il percorso per dimostrare che quel Dna non è di Massimo Bossetti” afferma all’Adnkronos l’avvocato Claudio Salvagni, difensore dell’uomo condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio.
In sostanza, per la prima volta dall’inizio del caso Yara, la difesa del condannato potrebbe visionare gli abiti della vittima – dove è stata trovata la traccia mista di Dna che è costato l’ergastolo a Bossetti -, e potrebbe avere accesso ai 54 campioni di Dna sulla cui conservazione si è molto discusso. All’esito della ricognizione, se la difesa avanzerà nuova specifica richiesta, i giudici di assise dovranno valutare la concreta possibilità di nuovi accertamenti tecnici e la loro non manifesta inutilità.
Fonte: Adnkronos – 19 Maggio 2023
Scusate ma dove viviamo, nello stato libero delle banane? Relativamente all’omicidio della giovane Yara Gambirasio, a noi sembra il minimo che finalmente la Cassazione “conceda” ai defensori di Bossetti la possibilità di accedere ai reperti custoditi in funzione di una possibile revisione del processo. È proprio un DIRITTO ed minimo da fare.
Ricordiamoci pure che, la PM Letizia Ruggero, colei che ha effettuato le indagini ed apparentemente “risolto” con grande presunzione il caso é sotto inchiesta, infatti il Gip di Venezia ha affermato: “La P.M. Letizia Ruggero sia indagata per frode processuale e depistaggio”. Secondo il giudice per le indagini preliminari il pubblico ministero potrebbe non aver gestito correttamente la conservazione dei campioni di Dna rinvenuti sul corpo della 13enne di Brembate di Sopra. Materiale risultato decisivo poi per la condanna di Massimo Bossetti.
Ma visto l’accanimento della Ruggero contro Bossetti ed il fatto di non aver trascurato delle prove importanti ai fini precessuali, non é che per caso, per qualcuno Bossetti sia stato il perfetto capro espiatore sul quale mettere definitivamente un pietra ……. tombale?
Non sono mai stata convinta della colpevolezza del Bossetti.
Spero venga fuori la verità
Noi volutamente non siamo entrati nell’analisi dettagliata del caso, ma quello che ci allarma é la TOTALE superficialità e l’approssimazione con cui si fanno le indagini. La PM titolare ha partecipato anche al DOCUFILM, sembrava un pavone con la ruota in mostra.
Farsi indagare da persone come lei, fa accapponare la pelle. Ricodiamo, tanto per fare i nome di due innocenti: Tortora e Luttazzi. Ricordiamoci tutti i delitti impuniti ed oscuri. Tutto questo é colpa della magistratura schierata politicamente legata ai partiti (prevalentemente di sinistra).
Per chi ha fede, Lui é l’unica ancora di salvezza.