Vietato usare le parole "nonno" e "nonna": l'ultima follia - Italiador
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Vietato usare le parole “nonno” e “nonna”: l’ultima follia

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Il nonno e la nonna. Pilastri imprescindibili dell’infanzia ma spesso genitori bis, consiglieri e primi amici di chi muove i primi passi. Nessuno ha mai provato vergogna a chiamarli come la lingua italiana li definisce, “nonna” e “nonno” appunto. Ma in Germania a quanto pare questi termini cominciano a diventare indigesti per chi del politically correct ha fatto una religione: i progressisti. E così ci tocca raccontarvi un’altra scena del teatro dell’assurdo che sta sul cartellone europeo. A Berlino infatti Ferda Ataman, di anni 46, capa della commissione per l’anti-discriminazione al ministero della famiglia, seguendo anche le direttive dalla sua ministra, la verde Lisa Paus, ha consigliato ai tedeschi di non chiamare più le nonne “sueßi Omi – dolce nonnina”. Il motivo? È presto detto: quella dicitura discrimina per l’età. E addirittura si rischia di non trovare lavoro perché “non giovani” e dunque scartati ai colloqui.

TRADIZIONI SOTTO ATTACCO
Insomma, siamo di fronte all’ennesima follia: pian piano l’ideologia di chi vuole cancellare e seppellire le nostre tradizioni, anche quelle della lingua parlata e scritta, si fa avanti e come un panzer senza controllo travolge anche chi ci ha donato una dolcezza che va oltre quella di un genitore. Perché scevra di indicazioni educative e non frenata dall’autorità genitoriale.

Del resto il filone è sempre lo stesso: quello di chi ci voleva costringere a chiamare “genitore 1” e “genitore 2”, la “mamma” e il “papà”. Difenderli è demagogia? Chiamatela come volete, ma bisogna rimettere alcuni punti fermi che si stanno perdendo e che la razionalità comincia ad ignorare facendoli scivolare in un vortice di battaglie ideologiche che nulla hanno a che vedere con i fondamentali dell’essere umano. Ma tant’è. La Ataman su questa storia di “nonno” e “nonna” vietati nell’uso della lingua corrente c’ha pure scritto decine di pagine in un reportino, molto dettagliato e dalle grandi pretese, prodotto proprio dalla commissione anti-discriminazione. Il tutto per evitare che “venga mortificata la vecchiaia” e che la terza età possa essere affiancata a un concetto dispregiativo.

Ebbene, non c’è cosa più inopportuna di salvare l’essenza di qualcosa vietandone l’uso. Cancellare di default “nonno” e “nonna” si sbianchettano le pacche sulle spalle di un anziano al nipote, l’alito consumato di vino e fumo che spesso alberga dalle parti di un “nonno”, il maglione di una “nonna” cucito coi ferri per la nipote, ma semplicemente quell’odore di lasagna o di cassata domenicale che solo “nonna” sa fare e sa mettere in tavola. Piccole gioie di una vita spesso frenetica e con poche vie di fuga. Piccole gocce d’acqua su anime aride intorpidite dalla quotidianità che sono riconducibili solo a quelle etichette verbali “nonno” e “nonna”.

Soloni, maestrini, professoroni e professorini della vita che tutto sapete e che tutto volete insegnare agli altri, questa volta tenete le mani a posto. Lasciate in pace chi non vede l’ora magari di farsi chiamare “nonno” o “nonna”. Ogni volta che si aggiunge un “nonno” a questa triste comunità di noi, disgraziati che ci ostiniamo a chiamare le cose con il loro nome, una nuova vita è venuta al mondo. Con buona pace di chi sta lì a misurare l’esistenza in lunghezza.
La Ataman prenda lezioni da Luciano De Crescenzo: la vita va misurata in larghezza. Fatevene una ragione, vivreste meglio il vostro tempo risparmiandoci inutili regole e regolette per stravolgere ciò che siamo. Da secoli.

Fonte: LiberoQuotidiano – Ignazio Stagno – 03 febbraio 2025

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2 comments

  1. Edoardo+Fumagalli

    Tanto arriverà l’AFD e risolverà tutto. Oppure si andrà verso una guerra civile, se gli eu-burocrati blocherranno le lezioni

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    • … ma, speriamo che anche in Germania la politica cambi e faccia qualcosa di serio ed importante per tutti, un pò di normalità

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