Nuova grana sui vaccini Covid per Ursula von der Leyen. La Corte Ue ha accolto il ricorso di alcuni cittadini ed eurodeputati verdi contro il rifiuto alla richiesta presentata nel 2021 di aver accesso ai contratti relativi all’acquisto di 1 miliardo di dosi per 2,7 miliardi di euro. Contratti stipulati tra l’organo presieduto da von der Leyen, in attesa dell’esito del voto di domani per il secondo mandato, e diverse aziende farmaceutiche. Secondo la Corte Ue non ci sarebbe stata trasparenza. I ricorsi non avrebbero niente a che fare con i presunti illeciti penali relativi alle trattative sui vaccini tra la presidente uscente e l’amministratore delegato di Pfizer, nel cosiddetto Pfizergate.
Vaccini Covid, Corte Ue: “Von der Leyen non ha consentito accesso ai contratti per l’acquisto di 1 mld di dosi per 2,7 mld€”
La Commissione Ue non ha consentito un “accesso sufficientemente ampio“. I vaccini Covid rimangono un terreno scivoloso per Ursula von der Leyen, costretta a farne i conti da anni. Il caso più emblematico è il Pfizergate, vaccini Covid acquistati tramite SMS con il ceo di Pfizer Albert Bourla. La procura europea sta ancora indagando sul caso.
La sentenza si riferisce ad un periodo compreso tra il 2020 e il 2021, agli albori del vaccino Covid, quando circa 2,7 miliardi di euro furono rapidamente resi disponibili per l’acquisto di un miliardo di dosi. Proprio nel 2021 alcuni deputati europei, tramite un ricorso presentato da Margrete Auken, e alcuni privati, col ricorso presentato dal francese Fabien Courtois, avevano chiesto “sulla base del regolamento sull’accesso ai documenti 1, l’accesso a tali contratti e a taluni documenti ad essi relativi per comprenderne i termini e le condizioni e per assicurarsi che l’interesse pubblico fosse tutelato“.
Tuttavia la Commissione europea si è sempre rifiutata di rendersi disponibile, o perlomeno lo ha fatto parzialmente, visto che anche il tribunale lussemburghese ha asserito come ci sia stato un “accesso parziale” a tali documenti. Nel comunicato della Corte, si legge che la Commissione si sia rifiuta per “non arrecare pregiudizio agli interessi commerciali delle imprese“. Ma l’organo presieduto da von der Leyen non ha dimostrato perché un “accesso più ampio” a tali cause potesse compromettere tali interessi.
L’esecutivo ha poi “negato parzialmente” l’accesso alle dichiarazioni di assenza di conflitto di interesse dei membri della squadra negoziale per l’acquisto dei vaccini, invocato la “tutela della vita privata“. Ma per la Corte di giustizia, è “solo in possesso dei cognomi, nomi e del ruolo professionale o istituzionale” dei soggetti interessati che si sarebbe potuto verificare l’assenza si conflitto di interesse.
C’è poi il caso relativo agli effetti avversi del vaccino Covid: sulle clausole dei contratti relative all’indennizzo delle imprese farmaceutiche da parte degli Stati membri per eventuali risarcimenti che esse dovrebbero pagare in caso di difetto dei loro vaccini, il Tribunale sottolinea che il produttore è responsabile del danno causato da un difetto del suo prodotto e la sua responsabilità non può essere soppressa o limitata, nei confronti del danneggiato, da una clausola esonerativa o limitativa di responsabilità ai sensi della direttiva 85/374.
La replica della Commissione Ue alla sentenza
La Commissione Ue “ha dovuto trovare un difficile equilibrio tra il diritto del pubblico, compresi i deputati al Parlamento europeo, all’informazione e gli obblighi giuridici derivanti dai contratti” sui vaccini Covid, “che avrebbero potuto comportare richieste di risarcimento danni a spese dei contribuenti“. L’esecutivo Ue rivendica il rispetto “dei principi di apertura e trasparenza” e “esaminerà attentamente le sentenze”, riservandosi “le proprie opzioni legali“.
Fonte: Il Giornale d’Italia – 17 Luglio 2024
Ma intanto i servi politici della Meloni, nonostante che l’abbiano inchiappettata, darà la cusa riconferma.
Purtroppo la “iena ridens” é stata rieletta. Vederemo quali saranno le prossime mosse.