Mario: "Ma sarò padrone di ammazzarmi come mi pare?" - Italiador
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Mario: “Ma sarò padrone di ammazzarmi come mi pare?”

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Mario era un mio amico e a modo suo era un grande. Era un uomo tutto d’un pezzo, un uomo di altri tempi che viveva male l’epoca attuale fatta di birboni e furbacchioni.

Era arrivato ad un punto tale che, dopo varie esperienze di lavoro dipendente come responsabile, per amore dell’onestà e dell’indipendenza aveva deciso di aprire una sua attività che però dopo una decina di anni decise di chiudere causa tasse esose e soprattutto un’inaccettabile burocrazia fiscale.

Questo era Mario. Aveva preferito vivere con una pensione minima, relativamente “sereno” piuttosto che combattere quotidianamente con lo Stato delle tasse, acerrimo nemico.

Mario aveva due grandi passioni, i computer e le moto. Queste attività rappresentavano il suo modo di intendere e godere la Libertà.

Erano gli anni metà ’80 e si parlava di direttive europee da far digerire agli stati membri e tra le varie fanaticherie imposte, c’era quella di mantenere le luci delle auto accese tutto l’anno, giorno e notte, fuori dei centri abitati, anche se in Italia in un giorno di agosto alle 12:00. Pazzia pura. Oltre a questo genere di stupidate, si parlava con insistenza circa l’obbligo di indossare il casco per le moto.

I “vaxxinari” di oggi, assimilabili ai fanatici di quell’epoca, accettarono di buon grado l’obbligo imposto, sbandierando ai quattro venti, le possibili vite che si sarebbero salvate, inneggiando il grande passo sociale che l’Italia ed il resto d’Europa avrebbe compiuto.

Naturalmente si trattava di pura speculazione, ma sopra ogni cosa era un passo per il controllo dei cittadini. (n.d.r. ora sappiamo a cosa ci hanno portato tutti questi piccoli passi antidemocratici che erano propedeutici al N.W.O)

Lo choc per l’obbligo del casco fu grande e ci fu una grande polemica sapientemente gestita  ed assopita, morale NON era più possibile godersi la moto o lo scooter con il vento sul viso in totale libertà.

Il punto ora é questo: se tu motociclista hai paura di farti male, come i vaxxinari in tema di Covid-19 e ti senti più tranquillo, mettiti il casco e non rompere i cosiddetti a chi non vuole indossarlo. Invece no, troppo civile e democratico, devono tutti “morire” ed indossare il fottuto casco.

Tornando al mio amico Mario, che era uomo di poche parole, ma efficaci e dirette, commentando la legge n. 3 del 11 gennaio 1986, all’epoca appena uscita, mi guardò fisso negli occhi e con un candore disarmante mi disse, come chi ne aveva già subite troppe: io amo la mia moto e la considero come una moglie, amo il piacere di sentire il vento che accarezza il mio volto mentre la guido: MA SARÒ PADRONE DI AMMAZZARMI COME MI PARE?  .. E NOI AGGIUNGIAMO, SE NON VIENE LIMITATA LA LIBERTÀ ALTRUI, PERCHÈ DEVONO ANCORA UNA VOLTA LIMITARE LA NOSTRA?

Mario eri un grande … forse troppo avanti per la massa di imbecilli che abbiamo in questo Paese e nel mondo.

Val. In.

In memoria di Mario, mio amico, morto prematuramente per un male incurabile.

Val. Int.

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One comment

  1. Edoardo Fumagalli

    Mario ha ragione da vendere. Ma per il politicamente corretto, per il politicamente sano, per il politicamente approvato, e tutti i caxi di politicamente penato, non esiste altro che pensieri di un sistema. Tutti devono essere considerati dei bambini cattivi e incompetenti. I grandi pensatori della minchia, invece la minchia tela devono spaccare

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