I venti di guerra, che ormai da mesi soffiano dall’Ucraina e le conseguenti sanzioni alla Russia fanno infiammare i prezzi delle materie prime: da quelle energetiche come gas e petrolio, che alimentano il “caro bollette” e il “caro benzina”, fino a quelle alimentari, che rendono più oneroso l’acquisto di beni di prima necessità come pane e pasta.
L’Unione Europea dipende ancora per il 40% circa dei rifornimenti dal gas russo, un quarto del quale passa proprio dall’Ucraina. L’invasione di Putin rende i gasdotti vulnerabili a sabotaggi e bombardamenti. Mosca è, inoltre, il principale fornitore di petrolio dell’Europa, sebbene in questo caso il transito da Kiev sia limitato.
Si tratta di prezzi ballerini tendenti al rialzo, parzialmente accettabili, considerato il contesto generale di guerra e di grande instabilità in cui ci troviamo, anche le materie prime alimentari hanno subito dei rialzi e la politica scellerata della signora Vonder Leyen a capo della UE non fa presagire niente d buono.
Per Coldiretti si tratta di un’emergenza mondiale che riguarda direttamente anche l’Italia, che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame.
Evvai … fine della EU, costi, quel che costi. Poi andrmo a trovare la von-derina
Si evviva, sarebbe bello che la UE, a queste condizioni, andasse a picco. Meno LADRI da sfamare!