Il costo effettivo di un dipendente per un’azienda è molto diverso da quello che appare nella busta paga mensile. Oltre allo stipendio, ci sono molte altre voci da considerare:
- la RAL, (Retribuzione Annua Lorda) è la somma di tutti gli stipendi ricevuti dal dipendente nell’arco di un anno solare, che includono cioè le tasse e i contributi previdenziali che il dipendente è tenuto a pagare in quota parte, per circa 1/3.
- i Contributi Previdenziali ed Assicurativi, ovvero le somme che l’azienda dovrà versare periodicamente a INPS e INAIL per ogni dipendente assunto, i restanti 2/3.
- il TFR, cioè il trattamento di fine rapporto, più comunemente chiamato liquidazione;
La parte a carico del dipendente è quella inclusa nella RAL, quella a carico del datore è invece una voce a sé stante
Per calcolare la RAL si dovrà quindi moltiplicare l’importo lordo per 12 mensilità. A queste, poi, dovrà aggiungere l’importo di tredicesima e quattordicesima, se previste. Per fare un esempio, la RAL di un dipendente che guadagna 2.000 euro lordi al mese, con una tredicesima di 1.000 euro, ammonterebbe a 25.000 euro (2.000 x 12 = 24.000 + 1.000 = 25.000).
Contributi previdenziali e assicurativi: i costi per INPS e INAIL
Come anticipato, i contributi previdenziali sono pagati in parte dal dipendente (tramite trattenuta in busta paga per circa 1/3) e in parte dal datore di lavoro (per circa 2/3) . La parte a carico del datore, non inclusa nella RAL e non visibile in busta paga.
In linea di massima comunque, i costi previdenziali e assicurativi a carico del datore di lavoro ammontano a circa il 31% della RAL.
Trattamento di fine rapporto (TFR): calcolo dell’importo
Anche detto liquidazione, il trattamento di fine rapporto (TFR) è una porzione di retribuzione che viene accantonata ogni anno e che poi verrà versata al lavoratore al termine del rapporto di lavoro (per licenziamento, dimissioni o pensione).
Il sistema pensionistico italiano non è semplice, in quanto in esso convivono tre differenti metodi o sistemi di calcolo, in funzione della data di inizio dell’attività lavorativa:
- Il sistema retributivo
- Il sistema contributivo
- Il sistema misto
Il sistema retributivo prende in considerazione la media degli stipendi degli ultimi anni di lavoro e l’anzianità lavorativa.
Il sistema contributivo si applica a coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 e a coloro che hanno maturato meno di 18 anni di contributi entro il 31 dicembre 1995, è calcolata sulla base dei contributi accumulati, adeguati con un coefficiente che tiene conto dell’età pensionabile.
Il sistema misto è quel metodo di calcolo della pensione che unisce al suo interno sia il sistema retributivo che il sistema contributivo per coloro che si trovano nella fase di transizione dei due metodi precedenti.
Conclusione: In ogni caso, con una certa approssimazione, tanto per dare un’idea, la pensione che percepirà, sarà circa l’80% dello stipendio, quindi il 20% in meno di potere di acquisto. Il pensionato giocherà ad una specie di lotteria, potrà percepire più o meno denaro a seconda della sua longevità. (aspettativa di vita)
Ma oltre il danno la beffa, perché non solo il lavoratore perde potere di acquisto, ma DEVE PAGARE NUOVAMENTE le tasse sulla pensione annuale percepita secondo gli scaglioni IRPEF. E per finire, poiché lo stato conserva i soldi che mensilmente il lavoratore paga all’erario, lo Stato NON paga gli interessi attivi che dovrebbe pagare visto che i lavoratori hanno di FATTO PRESTATO DENARO per circa 40 anni.
Infatti se vai in banca per un mutuo o un credito, tu cittadino quanto devi pagare d’interessi ogni anno all’istituto bancario?
E come ciliegina sulla torta ricordiamo pure che tra le varie tasse dirette ed indirette, oltre a quelle trattenute dal salario, esempio bollo auto, autostrade, etc etc c’é anche l’IVA che i tutti: lavoratori attivi e pensionati DEVONO PAGARE su OGNI BENE ACQUISTATO.
Allora questi poveri pensionati, quante volte devono pagare lo stato? Perchè devono rinunciare a parte del denaro guadagnato onestamente?
E perchè l’Europa, secondo lo stile mafioso, deve incassare quota parte di tutta l’IVA che gli stati percepiscono ogni anno.
La PENSIONE NON è UN DONO, SONO SOLDI DEI CITTADINI decurtati da subito del 20%, PRESTATI ALLO STATO che li conserva e su cui ci specula e su cui paghiamo di nuovo l’IRPEF ogni anno, senza prendere neanche 1 euro di interessi attivi per il prestito da noi fatto allo stato.. È una vera truffa.
Val. In.