I tedeschi non solo vorrebbero tornare al loro marco ma non hanno mai abbandonato del tutto la vecchia moneta. Dal Wall Street Journal arriva, infatti, una notizia che dovrebbe far meditare sul falso europeismo di Berlino.
In Germania molti acquisti vengono ancora fatti in marchi. C’è addirittura un piccolo comune, Gaiberg, nel Baden-Württemberg, dove è più facile veder passare di mano la vecchia divisa di quella della zona euro.
Le signore fanno la spesa in marchi, li hanno conservati sotto i materassi e nei salvadanai, e i negozianti sono felicissimi di prenderli. Fornai, negozi di abbigliamento e farmacie sono solo alcuni dei punti vendita che consentono di fare acquisti con quello che viene chiamato «die gute alte D-mark», ossia «il buon vecchio marco».
Il cambio
Ma come è possibile tutto questo? La risposta è semplice: in Germania si possono ancora cambiare i marchi in euro mentre negli altri Paesi europei, come l’Italia o la Francia, il cosiddetto periodo di transizione è finito da anni, e chi si ritrova ad esempio delle vecchie lire non può far altro che metterle in collezione.
Secondo la Bundesbank, nelle case dei tedeschi ci sarebbe un vero e proprio tesoretto da 13,2 miliardi di marchi, circa 6,75 miliardi di euro. Si scopre anche che nel 2011 sono stati cambiati in euro 109,5 milioni di marchi. Si tratta di quasi 240 mila operazioni di questo genere, fatte nelle filiali della banca centrale tedesca: in media 950 richieste di cambio per ogni giorno lavorativo.
C’è anche la media dell’importo di queste singole operazioni: la Bundesbank la calcola in 460 marchi. La vecchia moneta non viene usata solo a Gaiberg (anche se c’è da dire che il suo successo commerciale si fonda proprio sull’essersi distinta da altre città).
C&A, una catena di abbigliamento leader in Germania, ha ripreso ad accettare i marchi dai suoi clienti addirittura dal 2003, un anno dopo l’introduzione dell’euro. Ogni mese nei suoi negozi i clienti pagano sborsando circa 150 mila marchi.
Non solo, circa il 90% della cabine telefoniche di Deutsche Telekom continua ad accettare la vecchia divisa. I tedeschi, quindi, si sono tutelati fin dall’origine dell’euro, tenendo sempre aperta la porta al marco, che ben prima dell’arrivo della moneta unica era una valuta parallela in molti Paesi dell’Europa dell’est.
Poi c’è anche, immancabile, un aspetto di orgoglio nazionale. I marchi, infatti, hanno rappresentati i ritratti di grandi scrittori, artisti e scienziati tedeschi, dalla compositrice Clara Schumann (sulle banconote da 100) ai fratelli Grimm (su quella da 1000).
I sondaggi
Secondo diversi sondaggi, pubblicati negli ultimi anni, la maggioranza dei tedeschi rimpiange la vecchia moneta e la percentuale è destinata a salire con la crisi che sta sconvolgendo l’Unione. Al Deutsche Mark è stato perfino dedicato un monumento a Borken, in Assia (Germania occidentale) per iniziativa dell’imprenditore Richard Rode. Una torre in cemento alta sei metri sulla quale campeggia una riproduzione grande due metri del primo D-Mark coniato e messo in circolazione il 20 giugno 1948. E tuttora continua a resistere.
Fonte: Giulio Bucchi – 22 luglio 2012 (L’articolo é vecchio, ma la situazione del Marco é invariata)
In Croazia, il cambio kuna/euro, rimarrà fino a divenire. Ovviamente, non sarà possibile comprare in kuna, ma è sempre possibile cambiare al cambio fisso. 7,5345 x 1 €.
Mi sembra una buona cosa, così tenete sotto controllo anche l’eventuale aumento dei prezzi.