Cucina "Gourmet" o Cucina "Ignorante" - Italiador
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Cucina “Gourmet” o Cucina “Ignorante”

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La parola Gourmet trae la sua origine dal francese gourmand cioè ghiottone,  per estensione il significato diventa buongustaio: da degustatore di vini a intenditore di prodotti gastronomici, in sintesi amante della buona cucina.

Un piatto e una cucina gourmet si caratterizzano anche per l’alta cura prestata nella preparazione, nella presentazione e nell’aspetto delle pietanze: uno chef gourmet sa bene che anche l’occhio vuole la sua parte e quindi si adegua improvvisandosi ed atteggiandosi spesso a grande artista (si sa, essere chef oggi é di moda)

Esempi di Cucina “Gourmet”

 

Quello gourmet viene descritto come un movimento alimentare nato negli Stati Uniti nel 1980, tale movimento è stato fortemente desiderato da una classe sociale medio-alta, stufa del degrado alimentare, rappresentato dai Fast Food  in quel periodo.

Successivamente, i consumatori americani più attenti, hanno iniziato a dare più importanza agli aspetti salutistici della dieta quotidiana e alle origini del cibo consumato, contaminando il resto del mondo con la “nuova moda”.

In Italia, viceversa, abbiamo da sempre la dieta mediterranea, definita con molti altri aggettivi: “genuina, ruspante, casalinga, ignorante”  e comunque tale da soddisfare a pieno qualsiasi palato.

Godiamo di cibi superlativi serviti in ogni ambiente: dalle semplici trattorie fino ad arrivare agli esclusivi ristoranti stellati e super blasonati. Non avevamo certo bisogno del movimento originato negli USA.

Esempi di Cucina “Rustica”

 

La ristorazione gourmet  rappresenta una grande opportunità per speculare economicamente, spesso si propongono porzioni mini pressoché invisibili ad un prezzo spropositato, giustificandosi con gli alti costi della materia prima e con la spettacolarità artistica dei piatti.

Il costo totale degli ingredienti, più il costo di gestione, più le tasse, rappresentano tecnicamente il Food Cost della singola ricetta, dalla più semplice alla più complessa.

Il prezzo finale del piatto ordinato al ristorante dovrebbe essere determinato attraverso la seguente formula: costo totale del piatto moltiplicato per una costante di 3,5/4,0. Se un piatto costasse 1 Euro, il prezzo di vendita dovrebbe essere 3,5 Euro (al massimo 4 Euro)

Ecco un esempio reale, Pasta alla Carbonara (4 persone):

INGREDIENTI Gr./Pz €/Kg-Lit. Totale
Spaghetti 320 2,20 € 0,70
Guanciale 150 12,25 € 1,84
Tuorli di uova 6 1,50 € 1,90
Pecorino romano 50 16,00 € 0,80
Sale fino q.b. 30 0,30 € 0,01
Pepe nero 10 36,67 € 0,37
Costo totale x 4 persone € 5,62
Costo totale x 1 persona € 1,40
Prezzo di vendita corretto x 1 porzione dovrebbe essere € 4,92

Nell’esempio sopra riportato della pasta alla carbonara, sappiamo che normalmente il prezzo di vendita è superiore ai 9,00 Euro, quindi un prezzo molto alto rispetto a quanto speso.

Non dimentichiamo che con l’entrata dell’Euro, grazie ai nostri politici disattenti, le vecchie 1.000 Lire sono diventate di fatto 1,00 Euro, quindi oltre al danno la beffa, tutto é raddoppiato. In estrema sintesi nella maggior parte dei casi, noi Italiani stiamo strapagando ciò che mangiamo, ma purtroppo ci siamo assuefatti e non ci facciamo più caso. La cucina gourmet ufficialemente è per palati fini, in realtà è a nostro avviso una speculazione sulla speculazione.

L’opera d’arte dei piatti gourmet non giustifica il prezzo alto e le quantità minime, perciò noi sosteniamo la cucina semplice, genuina, ruspante, se preferite, quella “ignorante” e ……. Voi ??

 

 

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