Il pubblico ministero Benedetto Roberti ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex comandante facente funzioni della polizia locale di Cadoneghe, il 63enne Giampietro Moro e l’agente Mattia Ferracin, di 32 anni. Entrambi sono accusati di falso in atto pubblico commesso da un pubblico ufficiale, e per Moro c’è anche la tentata concussione. Si andrà in tribunale quindi, per chiarire come i due rilevatori di velocità che tra luglio e agosto scorso, in appena due mesi, hanno “prodotto” più di 60 mila contravvenzioni.
La notte del 9 Agosto 2023, quando ancora esisteva il “fenomeno Fleximan”, l’autovelox che si trova a ridosso dell’incrocio con via Donizetti è stato addirittura fatto esplodere. Erano i giorni delle proteste dei cosiddetti “multati di Cadoneghe”, che hanno dato battaglia manifestando anche sotto la Prefettura di Padova e attirando l’attenzione di tutti i media nazionali.
Secondo l’accusa i due rilevatori non sono mai stati tarati come è invece obbligatorio fare. E a farlo avrebbero dovuti essere stati proprio Moro e Ferracin. Secondo l’accusa poi, quando il sindaco di Cadoneghe, Marco Schiesaro, ha chiesto dei chiarimenti sul motivo di un numero tanto elevato di multe, sempre Moro e Ferracin avrebbero redatto tre atti pubblici falsi che riportavano le date del 21 e del 22 giugno scorso. Ma ci sarebbe di più. Sempre secondo l’accusa i rapporti tra l’ex comandante Moro e il sindaco Schiesaro non erano affatto buoni da tempo e sembra che il primo abbia fatto prima pressioni e poi manifestato l’intenzione di creare problemi al primo cittadino proprio usando le multe, se non avesse ottenuto una promozione e quindi uno stipendio maggiore. Da qui l’accusa di tentata concussione.
Fonte: PadovaOggi – 17 Febbraio 2024