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Altro attentato a Donald Trump a West Palm Beach

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Man mano che passano le ore dal pomeriggio di tregenda a West Palm Beach, si fa sempre più chiara la dinamica dell’attentato a cui sarebbe scampato Donald Trump. Ancora non chiaro, tuttavia, il movente che avrebbe spinto Ryan Routh, 58enne del North Carolina, a premere il grilletto.

La canna di fucile che spunta da un cespuglio
Erano quasi le 14.00 di domenica pomeriggio, quando il tycoon si trovava tra la buca cinque e la buca sei del suo golf club in Florida. Il potenziale tiratore si è posizionato tra i cespugli sul perimetro del resort, quando un agente dei servizi segreti – che era una buca più avanti di Trump – ha notato la canna di un fucile. L’agente ha spinto i colleghi ad aprire il fuoco sull’uomo, secondo quanto riferito dallo sceriffo Ric Bradshaw della contea di Palm Beach in conferenza stampa.

Trump era con il celebre donatore del Gop Steve Witkoff quando sono partiti degli spari. Il campo è stato immediatamente bloccato. Lo sceriffo Bradshaw ha dichiarato che il suo ufficio è stato avvisato alle 13:30 che erano stati sparati colpi di arma da fuoco dai servizi segreti statunitensi. Intanto, un testimone oculare è riuscito a intravedere un uomo tra i cespugli scappare via a bordo di una Nissan nera, della quale è riuscito a fotografare la targa. Così è scattata la caccia all’uomo.

L’inseguimento sulla I95
Portato al sicuro l’ex presidente, la Interstate 95 è stata letteralmente invasa dalla polizia: lo sceriffo della contea di Martin, William D. Snyder, ha dichiarato che la sua agenzia ha “allagato” l’autostrada, chiudendone un’ampia fascia prima di riuscire a fermare in sicurezza il veicolo del sospettato e arrestarlo. Routh non era armato quando gli ufficiali delle forze dell’ordine lo hanno tirato fuori dall’auto e non ha rilasciato dichiarazioni in merito al suo presunto coinvolgimento nell’incidente. Poco dopo, le forze dell’ordine hanno ritrovato un fucile modello AK-47 con un mirino ottico, due zaini appesi alla recinzione contenenti piastrelle di ceramica e una GoPro tra i cespugli del golf club.

L’automobilista Daniel Rodriguez ha raccontato alla Cnn che lui e la sua famiglia stavano tornando a Orlando sull’autostrada I-95 dopo una partita di calcio quando si sono imbattuti nell’inseguimento. “Abbiamo visto diversi ufficiali accelerare dietro di noi“, ha detto Rodriguez. “Abbiamo visto una Nissan nera accelerare e immettersi nel traffico. Abbiamo visto un elicottero volare in aria e molti altri poliziotti iniziare ad apparire. Poi, un agente di polizia si è fermato e ha bloccato la corsia di marcia“. Rodriguez ha detto che inizialmente pensavano che si fosse trattato di un incidente. “Alla fine, posso dire che c’erano almeno 20 auto della polizia dietro la Nissan”, ha detto Rodriguez. “Abbiamo aspettato pazientemente che la polizia ci scortasse fuori dal traffico. Avevo un binocolo e ho visto la polizia e diversi agenti puntare i fucili contro il sospettato“, ha dichiarato l’uomo.

Il problema dei campi da golf
Al di là del movente dell’assalitore, il secondo attentato a Trump in poche settimane pone due ordini di problemi, al momento: l’affidabilità del Secret Service, ma soprattutto la complessa gestione della sicurezza all’interno delle proprietà del magnate. I campi da golf, non a caso, sono da tempo fonte di preoccupazione per i funzionari dei servizi segreti incaricati di sorvegliare l’ex presidente. Un campo da golf è l’area esterna più grande che un presidente possa visitare e la sua progettazione (spesso adiacente a strade pubbliche e contenente elementi come alberi e colline che possono nascondere potenziali assassini) lo rende particolarmente difficile da proteggere.

Come altri presidenti prima di lui, la presenza di Trump in un campo da golf non determina la chiusura del club al pubblico, né la chiusura delle strade limitrofe. Al contrario, gruppi di agenti in tenuta da golf solitamente viaggiano su minicar avanti e dietro il candidato mentre gioca e sorvegliano le aree nei minuti che precedono il suo arrivo. Il Trump International Golf Club di West Palm Beach confina, tra l’altro, con tre strade molto trafficate: Kirk Road, Summit Boulevard e Congress Avenue. Fino a quando era alla Casa Bianca, numerose restrizioni hanno protetto sufficientemente l’ex presidente, ma dopo aver lasciato l’incarico, alcune di queste sono state revocate.

In un briefing tenutosi domenica, lo sceriffo della contea di Palm Beach ha riconosciuto che, con Trump che non è più un presidente in carica, i servizi segreti sono “limitati” nella loro capacità di circondare completamente il campo da golf.

Fonte:  IlGiornale – Francesca Salvatore – 16 Settembre 2024

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